Arriva ogni anno e costringe a letto milioni di persone in tutto il mondo. Assumendo le caratteristiche di un'epidemia. In Italia la sua massima diffusione è tra
dicembre e febbraio.
L'influenza è una delle malattie più comuni al mondo, consiste in un'infezione, causata da un virus, che colpisce l'apparato respiratorio, dal naso fino ai polmoni. È molto contagiosa e si diffonde rapidamente per via aerea soprattutto negli ambienti affollati, come ad esempio le scuole, gli uffici o le case di cura.
Non è un disturbo grave, nella maggior parte dei casi la malattia si esaurisce nel giro di una settimana, anche se la spossatezza può prolungarsi per un periodo più lungo. Se non curata, però, l'influenza può causare anche gravi complicazioni. I
rischi maggiori li corrono gli anziani, i malati di cuore, chi soffre di problemi respiratori, i lattanti, le donne in gravidanza, le persone debilitate.
L’influenza non è sempre la stessa, Ogni anno c’è una nuova perché
cambiano le caratteristiche del virus che la provoca: sono virus formati da un involucro esterno e da materiale genetico che contiene le informazioni per moltiplicarsi nell’organismo. Il materiale genetico è soggetto a mutamenti responsabili del modo in cui il virus interagisce con l’organismo (quindi ogni anno si ha un’influenza con febbre ma con caratteristiche diverse come irritazione intestinale o tosse). Il virus cambia aspetto da un anno all’altro e quindi, le nuove varianti non vengono riconosciute dagli anticorpi della maggior parte delle popolazione, che così risulta indifesa rispetto al nuovo ceppo virale. Per questo la vaccinazione, unica vera difesa contro l'influenza, va ripetuta ogni anno.
STORIAIl primo isolamento di virus influenzale nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra (ma in precedenza erano stati isolati virus influenzali sia da polli che da suini). Da allora, ne sono stati identificati quattro tipi differenti, della
famiglia Orthomixoviridae:
il virus tipo A, responsabili della sintomatologia influenzale classica, circolano sia nell'uomo che in altre specie animali e sono ulteriormente suddivisi in sottotipi, distinti in base alle differenze tra le proteine di superficie:
emagglutinina (HA) e neuramminidasi (NA), verso le quali si indirizza la risposta immunitaria dei soggetti infettati o vaccinati;
il virus tipo B, anche questo responsabili della sintomatologia influenzale classica, sono presenti solo nell'uomo e non esistono sottotipi distinti nell'ambito delle loro proteine di superficie HA e NA;
il tipo C, di scarsa rilevanza clinica, danno una infezione generalmente asintomatica o simile al raffreddore comune;
il tipo D, sono stati identificati recentemente e isolati solo nei suini e nei bovini. La possibilità di infezione per l’uomo resta da chiarire.
CHIARIMENTOPertanto possiamo dire che in effetti non sempre ci sono virus nuovi ma che semplicemente
il virus ha cambiato le sue caratteristiche, mutando di aspetto ed interagendo con l’organismo in modo diverso, tanto da farlo
”sembrare” un virus differente.